M’Hamid El Ghizlane è un buco di cittadina circondata dalla sabbia del Sahara, al termine della strada che dalla valle del Draa attraversa l’ultimo lembo di territorio marocchino, spingendosi quasi al confine con l’Algeria. Posta sulla rotta carovaniera che, da Zagora, portava a Timbouctu in cinquanta giorni di dromedario, conserva nei suoi edifici una vaga memoria del suo glorioso passato. I ripetuti conflitti dell’ultimo secolo, insieme ai cambiamenti politici da essi scaturiti, hanno azzerato la circolazione delle carovane e i berberi del deserto si sono reinventati come operatori turistici.
il colore della sabbia informa ogni facciata di edificio, ché di certo la materia prima non manca nei dintorni. Come se non bastasse, nel pomeriggio si alza il vento forte portando con sé nuvole gialle che lentamente erodono gli intonaci, smerigliano la carrozzeria dei fuoristrada intansandone i filtri, si infilano tra le pieghe dei vestiti pungolando gli occhi degli incauti che non hanno provveduto ad avvolgersi in un tagelmust.
Il vento cambia continuamente la topografia circostante alla cittadina, facendo avanzare dune piccole e grandi che invadono corti e spazi residuali. La monocromia genera un’atmosfera rarefatta e sospesa che rende difficile capire quali attività siano abbandonate e quali ancora attive.
L’aria satura di sabbia pare essere normale amministrazione per gli abitati di M’Hamid El Ghizlane che continuano le loro attività di tutti i giorni. La via principale, quella delle botteghe e caffè per i turisti, si maniene vivace anche se meno densa di gente. Oltre ai fuoristrada, sono numerose le motorette guidate da giovani avvolti nell’indispensabile tagelmust, molti di loro vestiti in abiti tradizionali. E’ grazie a questi che, dopo qualche minuto, è facile distinguere gli autoctoni dai turisti, anche loro con la testa coperta un po’ per necessità e un po’ per vezzo.
I turisti europei non sono pochi in questi giorni, tutti qui per assistere al Festival International des Nomades che, per giorni, trasformerà questa piccola cittadina — poco più di un pun tino sulle mappe — nel centro del mondo. A dare man forte ai venditori stanziali iniziamo ad arrivare anche gli ambulanti. Un venditore di gomme da masticare, caramelle e frutta secca accetta orgoglioso di farsi fotografare insieme alla sua famiglia, tutta stipata nel retro della loro vecchia auto.